Contributo a fondo perduto per attività chiuse dal Decreto Ristori

Decreto Ristori e Ristori bis prevedono un contributo a fondo perduto per le attività che sono state chiuse a prescindere dalla zona di rischio in cui sono esercitate.

In breve

• Previsto dall’articolo 1 D.L. 137/2020 (Decreto Ristori)
• Ampliato dall’articolo 1 D.L. 149/2020 (Decreto Ristori bis)
• Possono accedere al contributo tutte le attività chiuse a prescindere dalla zona di rischio in cui sono esercitate
• Le attività sono specificamente individuate tramite codice ATECO
• Contributo variabile tra 100% e 400% di quanto già ricevuto con il primo contributo a fondo perduto

L’articolo 1 del D.L. 137/2020 (Decreto Ristori) ha istituito un nuovo contributo a fondo perduto per i titolari di partita Iva che esercitano l’attività prevalente in uno dei settori economici individuati dallo stesso decreto. L’articolo 1 del D.L. 149/2020 (Decreto Ristori bis) ha modificato e ampliato l’elenco dei settori economici ammessi al contributo. Trattandosi di attività con fortissime limitazioni o totalmente chiuse, il contributo può essere fruito a prescindere dalla zona di rischio (gialla, arancione o rossa) in cui l’attività è esercitata.

L’importo del contributo è commisurato al precedente contributo a fondo perduto previsto dal Decreto Rilancio (vedi l’articolo Il Decreto Rilancio prevede un contributo a fondo perduto per le partita IVA del 29.05.2020). Al contributo calcolato come da Decreto Rilancio si applica un aumento percentuale che può arrivare fino al 400% (vedi la tabella dei codici ATECO in fondo a questo articolo).

Per poter richiedere il contributo, è necessario rispettare almeno uno dei seguenti requisiti oggettivi:

• ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2020 inferiore ai due terzi dell’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2019
• apertura della partita Iva a partire dal 1° gennaio 2019

Il contributo previsto dal Decreto Ristori, purtroppo, non prevede l’esenzione dai requisiti oggettivi in caso di attività esercitata in un comune affetto da eventi calamitosi (vedi l’articolo Credito per canoni di locazione senza riduzione del fatturato in molti comuni della Toscana del 01.09.2020).

Inoltre, è anche necessario rispettare due requisiti soggettivi:

• il soggetto deve aver attivato la partita Iva in data antecedente al 25 ottobre e non deve averla cessata alla data di emissione del mandato di pagamento o di presentazione dell’istanza
• il soggetto deve esercitare come attività prevalente alla data del 25 ottobre 2020 una di quelle riferibili ai codici Ateco contenuti nell’allegato 1 al decreto “Ristori” (come modificato dal decreto “Ristori bis”).

Per coloro che avevano già presentato domanda in precedenza è prevista l’erogazione automatica sul conto corrente. Viceversa, per coloro che non hanno beneficiato del precedente contributo, sarà necessario presentare la domanda. L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato una guida riassuntiva al fine di orientarsi nelle varie tipologie di contributi a fondo perduto (clicca qui per accedere alla guida direttamente sul sito dell’Agenzia delle Entrate).

Di seguito si fornisce l’elenco dei codici ATECO ammessi al contributo, con le relative percentuali. L’elenco di cui sotto riassume sia i settori di attività previsti nel Decreto Ristori e Ristori bis.